Mi accorgo che non avevo mai parlato di cinema finora. Dunque lo faccio oggi - peraltro non a caso -, perché oggi esce nelle sale Oceani 3D. Ma non ho il treddì nel mirino. Il mio obiettivo è invece questa deprecabile moda recente di far doppiare incantevoli documentari naturalistici a celebri personaggi del mondo della televisione al solo scopo di poter stampare a grandi lettere il loro nome sul cartellone e pensare così di accalappiare qualche spettatore (idiota) in più, ma trascurando che questo di fatto uccide il film, poiché ne stravolge completamente le coordinate concettuali. Il primo crimine di questo genere si era registrato con il bellissimo La marcia dei pinguini, la cui voce narrante fu doppiata in-de-gna-men-te da Fiorello il quale aveva infarcito il film con sue battute e accoppato la pellicola con la sua personalità , relegando un piccolo gioiellino della cinematografia documentaristica al rango di mediocre varietà (zoologico) del sabato sera. Ed era successo lo scorso anno con Earth - La nostra Terra, doppiato da Paolo Bonolis. In quel caso la pellicola non ne era uscita proprio morta, ma quantomeno ferita gravemente, tanto più se si pensa che nell'originale inglese la voce era del monumentale James Earl Jones (sapete chi è James Earl Jones, vero?).
Oggi quindi il serial-movie-killer colpisce di nuovo e la vittima è - appunto - Oceani 3D, il cui doppiaggio è stato affidato nientemeno che all'apoteosi della comicità nazional-popolare-telefonistica di Aldo, Giovanni e Giacomo. Ma non solo. A quanto pare i dialoghi hanno avuto bisogno di una "rivisitazione" nientemeno che a cura di un personaggio del calibro di Pino Insegno. Miiiiii, non ci posso credere! Giusto per dovere di cronaca vi dirò che nell'originale francese la voce narrante è invece affidata a Marion Cotillard, Premio Oscar 2008 come attrice protagonista per La vie en rose. Se ce ne fosse bisogno, dunque, questo dà una volta di più la misura del livello culturale medio della popolazione italica per la quale evidentemente si considera che non bastino la bellezza, la poesia, la magnificenza, lo splendore, la forza, il lirismo e la spettacolarità della Natura (per giunta in 3D) per convincere a spendere il prezzo di un biglietto. Ma c'è un altro fatto assai curioso che voglio farvi osservare. Nel poster originale si vede una tartaruga (giustamente visto che è la protagonista del film), mentre nel poster italiano è raffigurato un delfino (che invece non c'entra un cazzo). Ebbene, in effetti pare che la scelta derivi dai risultati di uno studio della Facoltà di Psicologia Comportamentale dell'Università di Gorgonzola secondo cui - tipicamente - se gli italiani vedono un delfino vengono presi da un impulso irrefrenabile di correre al cinema, mentre di fronte a una tartaruga marina - sarà di certo successo anche a voi - non resistono dal restarsene a casa davanti alla tv a infilarsi con gioia le dita nel naso.
Oggi quindi il serial-movie-killer colpisce di nuovo e la vittima è - appunto - Oceani 3D, il cui doppiaggio è stato affidato nientemeno che all'apoteosi della comicità nazional-popolare-telefonistica di Aldo, Giovanni e Giacomo. Ma non solo. A quanto pare i dialoghi hanno avuto bisogno di una "rivisitazione" nientemeno che a cura di un personaggio del calibro di Pino Insegno. Miiiiii, non ci posso credere! Giusto per dovere di cronaca vi dirò che nell'originale francese la voce narrante è invece affidata a Marion Cotillard, Premio Oscar 2008 come attrice protagonista per La vie en rose. Se ce ne fosse bisogno, dunque, questo dà una volta di più la misura del livello culturale medio della popolazione italica per la quale evidentemente si considera che non bastino la bellezza, la poesia, la magnificenza, lo splendore, la forza, il lirismo e la spettacolarità della Natura (per giunta in 3D) per convincere a spendere il prezzo di un biglietto. Ma c'è un altro fatto assai curioso che voglio farvi osservare. Nel poster originale si vede una tartaruga (giustamente visto che è la protagonista del film), mentre nel poster italiano è raffigurato un delfino (che invece non c'entra un cazzo). Ebbene, in effetti pare che la scelta derivi dai risultati di uno studio della Facoltà di Psicologia Comportamentale dell'Università di Gorgonzola secondo cui - tipicamente - se gli italiani vedono un delfino vengono presi da un impulso irrefrenabile di correre al cinema, mentre di fronte a una tartaruga marina - sarà di certo successo anche a voi - non resistono dal restarsene a casa davanti alla tv a infilarsi con gioia le dita nel naso.